Mettete del succo nei vostri fiasconi!

Venthône dalla mia finestra - Agosto 2015
Venthóne dalla mia finestra – Agosto 2015

Quella che vi racconto oggi è una storia che se ci fosse una categoria la racchiuderei nel ciclo “storie belle che fanno bene”.

Come ci hanno da più parti raccontato, dal Dopoguerra fino all’inizio degli anni 70 l’Europa ha vissuto dei momenti piuttosto difficili.

Sotto certi aspetti sicuramente quello fu un crocevia che ha dato origine alla nascita di un nuovo modo di vedere le cose, il fare con quello che si aveva, l’aiutarsi reciprocamente.

A volte peró, tutte queste condizioni hanno generato delle tendenze, chiamiamole così, che produrono effetti a dir poco distorsivi.

L’abitazione dove mi trovo ora a Venthône risale al 1920 ed apparteneva ad un certo John Perrin.

Questa valle che sovrasta la città di Sierre, come del resto tante altre, è caratterizzata principalmente dalla presenza di colture di uva e di mele, approfittando di un clima molto particolare e mite grazie alla presenza a sud di alcuni massicci della catena alpina che arrivano fino a quota 4000 metri.

Fatto sta che all’epoca di Monsieur Perrin, la grande abbondanza di uva faceva si che la produzione di vino fosse diventata una risorsa di sussistenza per l’intera economia locale.

Ma, come in un film che sembra avvicinarsi dirompente al lieto fine, ci si accorse improvvisamente che l’abbondanza di vino finì con il tramutarsi in una vera e propria “devozione” da parte degli abitanti del posto, cosicchè la dipendenza da vino e l’alcolismo imperversarono sui più, includendo anche adolescenti e anziani.

Momento fantasia: mi piace pensare che a un certo punto Monsieur Perrin sia sbottato, alzandosi dalla sedia intrecciata in paglia esclamando: “Bacco pour Bacco, c’est ne pas possible!!”.

Fu da allora, e qui torniamo alla vera storia, che egli si fece portavoce di un’azione collettiva.

Infatti inizió, insieme ad altri compaesani, a sfruttare l’altra risorsa presente in abbondanza, le mele, per debellare i danni che stava facendo a dismisura l’alcool.

Fu così che da tutta la vallata arrivarono sempre più numerosi contadini che devolvettero a questa buona causa parte del loro raccolto che divenne presto un richiestissimo jus de pomme.

Prima di morire, Monsieur John Perrin lasció in eredità tutti i suoi averi compresa la casa purché si creasse un’associazione con lo scopo di mantenere questa pratica.

Danièl, da diversi anni, nel periodo che va da luglio a inizio ottobre, si occupa personalmente di realizzare il succo di mela che viene ridato in parte ai proprietari delle mele e in parte venduto per poi utilizzare il ricavato in progetti mirati.

Questa storia mi ha molto stupito perché seppur semplice ha dato conferma di quanto davvero basti poco per attivare la macchina del bene, sempre poco pubblicizzata.

Ora però mi chiedo, parafrasando una celebre frase di Baudelaire, ma chi beve solo succo ha un segreto da nascondere???

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